Il progetto
Zenith” deriva dalla locuzione araba“samt al-ra’s/-ru’ūs” che significa direzione della testa / delle teste. Si riferisce al punto della volta celeste perpendicolare a quello in cui si trova l’osservatore, quindi il punto più alto; infatti, dire il Sole è allo Zenith significa che il Sole si trova sulla verticale dell’osservatore (in basso sulla Terra) al punto più alto nel cielo e viene usato metaforicamente per indicare il culmine o il livello più alto di qualunque esperienza.
“Zenith”, pertanto, per il nostro programma indica la direzione da dare alla testa per raggiungere un più alto obiettivo, ovvero portare gli atleti al massimo delle loro capacità mentali e prestazionali, attraverso un set professionale di Mind Work, un insieme di metodologie e strumenti già testati per il raggiungimento del picco delle performance individuali e di squadra.
Breve excursus teorico
Si tratta di un innovativo percorso specificamente sviluppato per il mondo dello sport, in quanto integra i modelli ed i metodi della psicologia sportiva con teorie, metodologie e tecniche derivanti dagli ultimi progressi in diversi campi scientifici.
È utile sapere, brevemente, che la storia della Psicologia dello Sport è, tutto sommato, recente. Infatti, si suole indicare come data di nascita della disciplina intesa come area di ricerca autonoma dei costrutti psicologici (cognitivi, emotivi, affettivi e comportamentali) che caratterizzano singoli atleti e team durante le performance sportive, il 1965, anno in cui il Prof. Ferruccio Antonelli mise in piedi il Primo Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport in Italia, a Roma e che dette l’imput per la fondazione nel 1970 dell’International Journal of Sport Psychology.
Per anni era stata considerata una branca applicativa della psicologia volta a identificare l’esistenza di relazioni significative fra tipologie di personalità e sport attraverso l’utilizzo di strumenti diagnostici provenienti dalla psicologia clinica. Solo in seguito, lo sviluppo della disciplina e la progressiva crescita degli psicologi dello sport ha permesso di creare un’area per indagare capacità, competenze, abilità e modi di essere in modo tale da poter migliorare la prestazione, al pari dello sviluppo delle capacità tecniche e fisiche.
Ecco che costrutti come l’attenzione, la concentrazione, la percezione, la memoria, la motivazione, l’autodeterminazione, l’autostima, l’autoefficacia, il locus of control e altro ancora, sono stati implementati nei programmi della psicologia dello sport per portare un vantaggio agli atleti, agli allenatori ed agli altri componenti dell’equipe sportiva.
Per altri campi disciplinari, intendiamo: – gli studi sul campo morfogenetico, che esplorano l’influenza delle strutture e dei pattern nascosti nei processi biologici; – l’epigenetica, che indaga su come l’età e l’esposizione a fattori ambientali, tra cui agenti fisici e chimici, dieta, attività fisica, possono modificare l’espressione dei geni pur senza modificare la sequenza del DNA; – la neuropsicologia, con le recenti scoperte relative alla visualizzazione cerebrale ed al bio-feedback, così come le funzioni dei neuroni specchio nel miglioramento delle capacità di imitazione e apprendimento; – le teorie sulla comunicazione interpersonale, derivanti dal prezioso lavoro della Scuola di Palo Alto e dai contributi della NLP
A questo background teorico ed ai relativi protocolli metodologici e applicativi, abbiamo affiancato le tecniche della Mindfullness Orientata, le procedure per le Imagery Motorie o Visualizzazioni Guidate ed il Training Autogeno.
Questo approccio multidisciplinare rafforza il sapere, il saper fare ed il saper essere dell’atleta e del team, promuovendo una crescita globale del sistema entro il quale i protagonisti agiscono.
Non si tratta di una semplice applicazione di formule motivazionali o di test per misurare le prestazioni dell’atleta, perché la proposta promuove una profonda crescita personale e interpersonale, essenziale per il successo nel mondo dello sport moderno.
Un concetto teorico che ci ha appassionato è la nuova attenzione alla relazione tra performance e interferenze.
Come Timothy Gallwey ha insegnato , la performance (P) è il risultato del potenziale (P) meno le interferenze (I): P=p−I. Questa formula, semplice ma potente, ci ricorda che le prestazioni non dipendono soltanto dalle abilità innate o dall’allenamento fisico, ma anche dalla capacità di ridurre o eliminare le interferenze che possono limitare l’espressione del vero potenziale di un atleta.
Le interferenze, in questo contesto, possono essere di varia natura:
- Interferenze Mentali: come dubbi, ansia, pressione e preoccupazioni che possono disturbare la concentrazione e la fiducia in se stessi.
- Interferenze Emotive: reazioni emotive intense che possono compromettere il giudizio e la capacità di prendere decisioni rapide e accurate in campo.
- Interferenze Fisiche: come la fatica o piccoli infortuni che possono influenzare negativamente la prestazione fisica.
- Interferenze Ambientali: elementi esterni come il clima, il pubblico, o le aspettative dell’allenatore e dei tifosi che possono influenzare le prestazioni del giocatore.
Come sopra accennato, gli studi sui neuroni specchio rappresentano una delle scoperte più significative nel campo delle neuroscienze applicate allo sport. Questi particolari neuroni si attivano non solo quando un individuo esegue un’azione, ma anche quando osserva un altro compiere la stessa azione. Questa caratteristica dei neuroni specchio offre un’enorme potenzialità per il miglioramento delle performance sportive attraverso la visualizzazione di gesti tecnici e tattici.
In ambito calcistico, ad esempio, la visualizzazione di un calciatore che esegue un tiro perfetto o un dribbling efficace va a stimolare i neuroni specchio degli osservatori, promuovendo un apprendimento motorio quasi diretto. Questo processo aiuta i giocatori a migliorare le proprie abilità tecniche non solo attraverso la pratica fisica, ma anche mediante l’osservazione e la visualizzazione.
Studi condotti da ricercatori come Vittorio Gallese e Giacomo Rizzolatti, i pionieri nella scoperta dei neuroni specchio all’Università di Parma negli anni ’90, hanno dimostrato che queste attività neuronali possono essere sfruttate per accelerare l’apprendimento di competenze sportive complesse, migliorare la coordinazione e la precisione dei movimenti, e aumentare la velocità di reazione dei giocatori.
Un’ulteriore ricerca condotta nel 2015 da un team dell’Università di Stanford ha evidenziato come la visualizzazione assistita – ossia vedere altri eseguire azioni tecnicamente avanzate – possa migliorare significativamente la capacità di un atleta di eseguire quelle stesse azioni. L’effetto è particolarmente marcato quando gli atleti sono in grado di immaginare sé stessi nel ruolo dell’esecutore, attivando così i propri neuroni specchio in un modo che imita l’esperienza fisica reale.
L’applicazione delle tecniche basate sui neuroni specchio nel campo dello sport ha portato a numerosi successi, mostrando come questa scienza possa essere efficacemente utilizzata per migliorare le prestazioni degli atleti.
Un esempio notevole è Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempi, noto per utilizzare la visualizzazione come parte integrante del suo allenamento. Bryant studiava incessantemente filmati dei suoi giochi e di altri giocatori, primo fra tutti Michael Jordan, per migliorare le sue abilità tecniche e la capacità di prevedere le mosse degli avversari, attivando i neuroni specchio in modo da riprodurre mentalmente e fisicamente le mosse osservate.
Nel tennis, Novak Djokovic ha utilizzato tecniche di visualizzazione per affinare il suo gioco e migliorare la coordinazione e la reazione, visualizzando e ‘giocando’ mentalmente le partite prima di scendere in campo per anticipare le mosse degli avversari e ottimizzare le sue prestazioni.
Nella ginnastica, Simone Biles utilizza la visualizzazione per prepararsi a competizioni di alto livello, immaginandosi compiere ogni movimento con precisione, attivando così i neuroni specchio e migliorando la sua esecuzione tecnica durante la competizione.
Nel golf, Tiger Woods integra la visualizzazione nella sua routine di allenamento, praticando mentalmente ogni colpo prima di eseguirlo per affinare la sua precisione e la gestione del campo.
Nel calcio, Cristiano Ronaldo è famoso per il suo impegno nel migliorare continuamente le sue abilità tecniche e fisiche, usando la visualizzazione per
migliorare il suo posizionamento, i suoi tiri e la sua capacità di leggere il gioco.
Questi atleti dimostrano come l’uso strategico della visualizzazione e la stimolazione dei neuroni specchio non solo migliora le abilità tecniche individuali ma aumenta anche la comprensione intuitiva del gioco, essenziale per il successo nei vari sport.
Il nostro approccio innovativo al mental-training nel campo dello sport integra le più recenti scoperte scientifiche sulla divisione emisferica del cervello, utilizzandole per migliorare concretamente le prestazioni atletiche.
Ricerche significative in questo ambito, come quelle condotte dal Dr. Daniel Siegel dell’Università di UCLA nel 2018, hanno evidenziato come la visualizzazione possa attivare specifiche aree del cervello legate alla creatività e all’intuizione, due elementi fondamentali per l’eccellenza sportiva. Queste tecniche non solo aiutano gli atleti a perfezionare le loro abilità fisiche, ma stimolano anche un’elaborazione mentale più profonda e innovativa, che è cruciale nel prendere decisioni rapide e efficaci in situazioni di gara.
Questo uso mirato della neuroscienza nel mental training permette agli atleti di superare i loro limiti e di esprimere al meglio il proprio potenziale competitivo. Gli emisferi cerebrali destro e sinistro, ciascuno con le sue specifiche funzioni, offrono un potenziale straordinario per lo sviluppo di abilità cognitive e fisiche nei giocatori. Fino ad oggi, nel mondo del mental training sportivo, si è tendenzialmente dato maggiore enfasi all’allenamento dell’emisfero sinistro del cervello, che gestisce funzioni come il pensiero logico e analitico, l’elaborazione del linguaggio e il ragionamento sequenziale. Questo approccio ha certamente i suoi meriti, soprattutto per sviluppare strategie di gioco e migliorare l’efficacia tattica dei giocatori.
Tuttavia, per ottenere un miglioramento completo e armonico delle prestazioni, è essenziale integrare e valorizzare anche le capacità dell’emisfero destro.
Questo emisfero, come abbiamo detto, è cruciale per la percezione spaziale, la creatività e l’intuizione, competenze indispensabili per leggere intuitivamente il gioco, anticipare le mosse degli avversari e trovare soluzioni innovative a problemi tattici durante situazioni di gioco dinamiche. Le tecniche di visualizzazione creativa che promuoviamo nel nostro programma stimolano questo emisfero, incoraggiando i giocatori a immaginare scenari di gioco, visualizzare successi o risolvere problemi in campo in modi non convenzionali. Questo non solo aiuta a migliorare l’agilità mentale ma anche la capacità di adattarsi rapidamente a nuove situazioni di gioco.
Parallelamente, continuiamo a valorizzare l’emisfero sinistro attraverso esercizi che richiedono un’analisi tattica dettagliata e l’apprendimento di nuove strategie di gioco.
METODOLOGIA
Il nostro programma è progettato per aiutare i giocatori a identificare e superare le interferenze che abbiamo descritto sopra, utilizzando tecniche avanzate di mental-training che includono: visualizzazione, biofeedback, e programmazione neuro-linguistica (NPL), consentendo così ai giocatori di raggiungere e mantenere il loro massimo potenziale in campo.
Per incorporare questi principi nel training di una squadra di calcio, per esempio, utilizziamo sessioni di visualizzazione guidata in cui ai giocatori vengono proposti filmati di alta qualità di gesti tattico-tecnici, situazioni di gara in varie parti del campo e conclusioni memorabili, così come per una squadra di basket filmati di alta qualità su alcune situazioni in campo e canestri memorabili. Successivamente, gli stessi giocatori si impegnano in esercizi di visualizzazione chiusa, dove immaginano di eseguire essi stessi le azioni osservate, consolidando l’apprendimento e migliorando la propria performance tecnica e tattica. Incorporare regolarmente queste pratiche nel regime di allenamento può non solo potenziare le abilità individuali dei giocatori, ma anche aumentare la comprensione intuitiva del gioco di squadra, essenziale per il miglioramento delle prestazioni.
Grande spazio viene dedicato all’osservazione degli atleti durante gli allenamenti e le gare, supportata da videoregistrazioni eseguite da una o più postazioni o appunti dettagliati sugli eventi, per monitorare i progressi e le aree di miglioramento in modo continuo.
Ciò è integrato da sessioni focalizzate su specifiche aree come la gestione dell’energia, l’attenzione, l’ansia e lo stress, la motivazione e l’ autostima.
Molto interessante, a nostro avviso, l’integrazione nel programma di lavoro del biofeedback, una tecnologia avanzata che, attraverso sofisiticati dispositivi di monitoraggio, fornisce riscontri in tempo reale su varie funzioni fisiologiche come la conduttanza della pelle, la temperatura corporea e la frequenza cardiaca.
Questa metodologia permette agli individui di acquisire consapevolezza e controllo su queste funzioni involontarie per migliorare la salute fisica e mentale. Il biofeedback è particolarmente efficace nel ridurre lo stress e l’ansia, permettendo agli utenti di controllare le loro risposte fisiologiche allo stress attraverso tecniche di rilassamento guidato e respirazione profonda. Questa capacità di modulare la propria risposta allo stress può avere effetti benefici duraturi sulla salute generale e il benessere psicologico. Inoltre, il biofeedback è stato utilizzato con successo per aiutare le persone a gestire vari tipi di dolore cronico. Imparando a rilassare i muscoli e a controllare altre funzioni corporee che possono contribuire alla percezione del dolore, gli individui possono gestire meglio il dolore. Il biofeedback può anche aiutare a regolare la pressione sanguigna e migliorare le prestazioni sportive.
Gli atleti utilizzano il biofeedback per migliorare la loro consapevolezza corporea e controllare meglio le risposte fisiologiche come la tensione muscolare e i ritmi cardiaci durante le competizioni, migliorando così la loro resistenza, precisione e capacità di recupero. Il biofeedback è utilizzato anche per trattare disturbi del sonno, aiutando gli individui a apprendere tecniche di rilassamento che facilitano l’ingresso nel sonno e migliorando la qualità del riposo notturno. In alcune situazioni, ha mostrato benefici nel trattamento di condizioni gastrointestinali come la sindrome dell’intestino irritabile e è utile nella riabilitazione di pazienti che hanno subito lesioni neurologiche, migliorando il controllo dei muscoli deboli e riabilitando le funzioni motorie. In conclusione, il biofeedback è una tecnica potente che offre un’ampia gamma di benefici per la salute mentale e fisica, contribuendo significativamente al miglioramento della qualità della vita e al raggiungimento di prestazioni ottimali in vari ambiti.
Il futuro della psicologia è hi-tech! Il nostro progetto innovativo prevede l’uso della tecnologia dei visori 3D di ultima generazione nello sport per migliorare le performance degli atleti. Grazie alla Realtà Virtuale (VR), gli atleti possono immergersi in ambienti virtuali altamente realistici, sperimentando un allenamento immersivo e interattivo che simula situazioni di gara reali.
La VR offre una forma specifica di comunicazione e di “presenza”, permettendo agli atleti di sentirsi fisicamente presenti in un ambiente virtuale e di interagire con esso come farebbero nel mondo reale. Questo sistema di visualizzazione tridimensionale consente di riprodurre sensazioni ed emozioni autentiche, fondamentali per migliorare la preparazione mentale e la gestione dello stress.
Utilizzando la tecnologia dei visori 3D, possiamo creare scenari di allenamento personalizzati che aiutano gli atleti a sviluppare nuove strategie, migliorare le loro abilità e affrontare le loro paure in un ambiente sicuro e controllato. Il risultato è un allenamento più efficace e mirato, che porta a una performance sportiva ottimale.
Integrando la Realtà Virtuale nei programmi di allenamento, il nostro progetto punta a rivoluzionare il modo in cui gli atleti si preparano e competono, portando il training sportivo a un nuovo livello di eccellenza.
Durante il percorso, affrontiamo anche la comunicazione e il self-talk, incoraggiando discussioni sui risultati del rilassamento e della visualizzazione per migliorare l’autovalutazione e la consapevolezza degli atleti.
La ristrutturazione cognitiva è un altro elemento chiave, sia individualmente che di gruppo, dove gli atleti riflettono sui loro pensieri e comportamenti, inclusa la loro percezione dell’allenatore e della dinamica di squadra.
Totalmente innovativo è l’impiego da parte del nostro team delle costellazioni sistemiche per risolvere i conflitti nelle dinamiche relazionali di squadra. Questa tecnica, ispirata agli studi recenti nel campo morfogenetico condotti da figure come il Dr. Rupert Sheldrake nel 2020, e supportata da esperimenti di fisica quantistica come il famoso esperimento della doppia feritoia e dell’entanglement quantistico, ha mostrato notevole efficacia nel rivelare e trattare le tensioni inconsce tra i membri di un team. Tradizionalmente impiegate nella psicoterapia familiare, le costellazioni sistemiche possono essere adattate al contesto sportivo per migliorare la coesione e le performance del gruppo. Abbiamo testato questa tecnica su atleti professionisti con incredibili risultati.
Per stimolare in modo innovativo entrambi gli emisferi cerebrali, il nostro programma di mental training include un particolare strumento fisico per il goal setting. Questo consiste in un campo da gioco su cui gli atleti possono posizionare pedine per rappresentare visivamente vari aspetti del loro percorso di crescita: obiettivi di performance a breve, medio e lungo termine, obiettivi di risultato, gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione delle prestazioni, gli aiuti o facilitatori, i comportamenti o pensieri da ristrutturare, nonché valori e potenzialità.
L’integrazione di questo strumento con esercizi di visualizzazione e attività mirate a rafforzare le aree di debolezza, consente agli atleti di vedere concretamente i propri limiti e potenzialità, e di impegnarsi attivamente nel superarli. Questa rappresentazione tangibile e diretta dei progressi non solo permette agli atleti di osservare l’evoluzione delle loro capacità nel tempo, ma aiuta anche a internalizzare gli obiettivi di crescita personale e di squadra, rendendo il processo di miglioramento più concreto e tangibile.
La mindfulness orientata, il training autogeno e varie tecniche di meditazione sono inserite in varie parti del percorso per equilibrare l’attività tra i due emisferi, migliorando così la concentrazione e la gestione dello stress durante le competizioni.
La riflessione post-allenamento o post-partita è essenziale per sviluppare una comprensione più profonda delle proprie performance, consentendo ai giocatori di identificare sia i punti di forza che le aree di miglioramento e di sviluppare la capacità di utilizzare entrambi gli emisferi in modo più efficace.
L’approccio bilanciato che promuoviamo nel nostro programma non solo migliora le capacità individuali dei giocatori ma anche rafforza la dinamica di squadra e la strategia complessiva.
Per illustrare in modo pratico il nostro approccio multidimensionale nel mental training, il percorso inizia con una fase di orientamento iniziale e un colloquio preliminare, seguiti da una serie di attività come il rilassamento distensivo e l’Imagery, che aiutano gli atleti a sintonizzarsi con il proprio corpo e a visualizzare gli obiettivi. Utilizziamo inoltre questionari sulle abilità mentali e raccogliamo dati anamnestici per una conoscenza approfondita degli atleti.
Infine, il percorso culmina nella presentazione di una relazione dettagliata che include i profili psicologici di tutti gli atleti, offrendo una panoramica comprensiva del loro sviluppo e delle aree che necessitano di ulteriori interventi. Questo approccio integrato non solo definisce chiaramente gli obiettivi, ma crea anche un ambiente in cui gli atleti possono veramente percepire e contribuire al loro percorso di miglioramento.
Il nostro approccio, quindi, si caratterizza per il fatto di poggiare su una solida base scientifica e per l’adozione di tecniche all’avanguardia, che integrano lo stato mentale ottimale con la prestazione fisica. Si tratta di un processo che non solo migliora le abilità tecniche e tattiche, ma anche la resilienza mentale, l’autoefficacia e la connessione emotiva tra i membri del team.
Offriamo inoltre formazione nel campo della comunicazione efficace, team building, programmi di leadership e gestione del cambiamento, mediazione e risoluzione dei conflitti e assistenza psicologica quando si renda necessario un intervento psicoterapeutico.
Inoltre, consideriamo essenziale nel nostro programma l’adattamento alle singole esigenze dei giocatori e delle squadre, promuovendo una personalizzazione del training che è fondamentale per il successo. L’obiettivo è quello di creare un ambiente in cui ogni atleta possa prosperare, sviluppando non solo abilità tecniche ma anche una resilienza mentale che possa tradursi in superiorità sul campo di gioco.
Questo approccio olistico non solo aiuta i giocatori a sviluppare nuove competenze, ma fornisce anche gli strumenti per gestire efficacemente le dinamiche di squadra e le relazioni interpersonali, creando un ambiente coeso e motivato, essenziale per il successo nel calcio moderno.
L’obiettivo è chiaro: non solo formare atleti più forti fisicamente, ma anche più connessi mentalmente, capaci di eccellere sotto pressione e di superare gli ostacoli psicologici che possono emergere sia in campo che fuori.